
Differenza fra il valore della produzione di beni e servizi e i costi sostenuti da parte delle singole unità produttive per l’acquisto di input produttivi, a essa necessari, presso altre aziende. Esso rappresenta quindi il valore che i fattori produttivi utilizzati dall’impresa, capitale e lavoro, hanno ‘aggiunto’ agli input acquistati dall’esterno, in modo da ottenere una data produzione (Economic Value Added, EVA). ● Il v. a. così definito è detto ‘ai prezzi di mercato’. Se nel calcolo del v. a., dal valore della produzione si sottraggono l’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) e le imposte indirette sulle importazioni, si ottiene il v. a. ai prezzi del produttore. Sottraendo da questo le altre imposte indirette, e sommando i contributi alla produzione, si ottiene il v. a. al costo dei fattori. Il v. a. corrisponde anche alla remunerazione dei fattori produttivi ed è quindi composto dai redditi da lavoro e dai redditi da capitale-impresa, ovvero il risultato lordo di gestione.

L’impresa acquista beni e servizi necessari a produrre altri beni e servizi: la differenza tra il valore finale dei beni e servizi prodotti e il valore dei beni e servizi acquistati per essere impiegati nel processo produttivo è il valore aggiunto. Pertanto si può dire che esso è una misura dell’incremento lordo del valore risultante dell’attività economica, cioè nel processo di trasformazione delle materie prime iniziali in prodotto finale.
Il valore aggiunto può comprendere anche eventuali accise, che, essendo tributi, non aggiungono nulla al prodotto o servizio sebbene ne aumentino il prezzo.